Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca 

Lunedì 27 marzo nella Sala Conferenze del Dipartimento Jonico, a partire dalle ore 10,00, gli alunni frequentanti la seconda annualità del progetto P-TECH, accompagnati dal prof. Nicola Zicari, hanno partecipato al Convegno sul Metaverso dal titolo "Nuova frontiera da affrontare". È stato il primo grande incontro a stampo etico-giuridico riguardante un mondo che a prima vista sembra riservato solo a tecnici e informatici, e un'occasione di vivace dibattito su molti degli aspetti controversi che riguardano il Metaverso.


Paolo Pardolesi, direttore del dipartimento Jonico, ha posto l'attenzione su uno dei più importanti interrogativi del nostro tempo e del futuro prossimo: "L'uomo ha perso la sua centralità?"
Prima di rispondere, bisogna immergersi in questa realtà senza spazio e senza tempo.
"Cos'è il Metaverso?"
Con questa domanda il viceprefetto Stefania Tarsia introduce il tema principale del convegno.
Il Metaverso sta avendo una crescita esponenziale negli ultimi anni, e consiste di mondi virtuali interconnessi per finalità non solo ludiche, ed è anche un luogo dove poter entrare con il proprio "corpo" per compiere le più svariate operazioni. Quale sarà il suo impatto? sarà solo una cometa o avrà un impatto significativo nella società?
Senza ombra di dubbio è un fenomeno che ha bisogno di etica e princìpi sul rispetto della privacy, e bisogna analizzare con attenzione ogni aspetto. Non dimentichiamoci che al centro di tutto ci deve essere l'uomo, e il Metaverso deve potenziare e migliorare la nostra realtà senza sostituirla. Forse siamo nel pieno di un cambiamento epocale. "Sento il fascino e la preoccupazione del mondo che si sta aprendo a noi" - interviene l'assessore Maria Luppino -  "e dobbiamo capire le esperienze da fare e da non fare. [...] Immaginiamo un mondo virtuale in cui tutti possiamo agire ed essere coinvolti... Il futuro ci aspetta."
A seguire, Antonio Felice Uricchio, presidente ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema), spiega che il Metaverso non è più una frontiera inesplorata, ma c'è bisogno di fare evolvere questa riflessione anche sul campo giuridico, perché per molto tempo Internet non ha avuto regole, bisogna quindi implementarne di nuove o importarle dalle esistenti. Un giurista deve sperimentare, proporre nuove soluzioni in un laboratorio naturale ricco di entusiasmo, non rincorrere una realtà che sfugge. Infatti, come quanto esposto da Claudio Caldarola, avvocato e presidente di GP4AI (Global Professionals For Artificial Intelligence APS - APS-ETS), oggi ci sono già 141 Metaversi funzionanti (facenti parte del "web 3.0", l'Internet dei sensi), e ci saranno investimenti per 13 trilioni di dollari da parte di molte aziende, perciò è necessario un approccio multidisciplinare da parte del giurista, per garantire leggi adeguate in un ambiente nuovo e ricco di sfaccettature. Una delle prime fonti normative era la stele di Rosetta nel 18esimo secolo a.C., totalmente inadeguata oggi: parallelamente le leggi attuali potrebbero non essere adeguate in questo campo, rendendo vitale l'operato dei giuristi.
Col suo contributo video, il professor Marcone ha fatto poi un excursus storico dei progressi delle scienze dell'informazione e un confronto con il mondo attuale: molto probabilmente la nuova Silicon Valley sarà sul web, quindi dobbiamo guardare la tecnologia che ci circonda in modo positivo e risolvere eventuali problemi, proprio come i visionari come Turing fecero in passato. Gli interrogativi sono molti, i problemi irrisolti ancor di più, ma come disse Jim Morrison: "la vita ti sorride se la guardi sorridendo".
In chiusura dell'introduzione, l'autore e professore di filosofia dell'Università di Bari Antonio Incampo, ha proposto una sua profonda riflessione sul tema. Secondo il professore, tutte le rivoluzioni sono niente paragonate al Metaverso, perché correlate alla biosfera, mentre adesso possiamo parlare di infosfera, e potremo vivere anche "on-life". Si passa quindi dalla fisica, più legata alle cose materiali, alla metafisica, perché mondo dell'immateriale. Anche la storia nel Metaverso diventa "Iper-storia": i dati stessi si dovrebbero auto-elaborare e documentare, cosa che fanno già ad esempio Google Traduttore e Open AI. Per quanto riguarda l'aspetto spazio-temporale, in questi mondi 3D renderizzati tutto è polarizzato sul presente, nell'immediatezza dell'attimo, in un luogo senza spazio. Tuttavia lo spazio è importante per i giuristi, perché bisogna capire "dove" applicare un ordinamento giuridico. Dove sta quello che accade nel Metaverso? Si prenda ad esempio la banconota, cosa sarebbe nel Metaverso?
Il problema dei fatti istituzionali online è che sono criptati e decentralizzati, quindi è difficile capire dove e come si è verificato un problema e di chi è la responsabilità, mettendo a repentaglio la democrazia. Il professore ha infine concluso con un appello: "Invitate più spesso i filosofi a questi incontri!"
Dopo i saluti istituzionali a Stefano Bronzini, (rettore dell'Università degli studi di Bari), Demetrio Martino (prefetto di Taranto) e Rinaldo Melucci (sindaco di Taranto), che non hanno potuto presenziare all'incontro, si sono susseguiti i numerosi interventi di approfondimento sui caratteri giuridici ed etici del Metaverso.
- "IL METAVERSO E L'ORDINAMENTO PRIVATISTICO" (prof. Ugo Ruffolo, ordinario di diritto privato - UniBo)
"Cos'è l'avatar? una semplice marionetta? un personaggio di un gioco di ruolo? Per adesso sì. In futuro sarà come un nostro doppio, privo di vincoli spazio-temporali?"
Col suo intervento il professor Ruffolo ha approfondito la relazione tra mondo virtuale e reale, e ha spiegato che ogni cosa che accade nel Metaverso ha senza ombra di dubbio delle ripercussioni nel mondo reale, come nel caso di violenza sessuale (già avvenuta), ad esempio. Cosa fare? si va dai "metacarabinieri"? o ci si appella a quelli reali? la violenza è di tipo fisico o psicologica? Questo è solo uno dei possibili problemi, e ciò che è certo è che quello che succede ha sempre effetti sulla realtà.
Siamo al figurativo all'ennesima potenza, perciò viene spontaneo chiedersi: qual è il mondo delle regole? Ed è qui che il compito dei giuristi non deve essere solo attivo, ma proattivo.
Innanzitutto, il problema maggiore è quello della content-moderation. In che misura possono essere imposte nel Metaverso il "cosa dire/fare o il cosa non dire/fare"? Ci deve essere libertà di pensiero e di parola ma anche libertà di impresa, e tutto deve essere regolamentato ed eventualmente inibito. Bisogna essere previdenti perché qualcosa di illecito potrebbe essere fatto dal momento che non c'è ancora un sistema di norme definitivo, ad esempio creare un Deep fake o un Deep nude, potendo immagazzinare dati personali e potendo imitare le movenze altrui.
In conclusione, per il professore, è l'ordinamento della Terra che "vince" sempre, perché tutto avviene in funzione di quello che accade sulla Terra.
- "METAVERSO PRESO SUL SERIO, O NO?" (prof. Roberto Pardolesi, emerito di diritto comparato - LUISS Guido Carli)
L'intervento del prof. Roberto Pardolesi è cominciato con una digressione sul passato dell'informatica, intriso di una sorta di senso di inadeguatezza per il mondo in così rapido cambiamento. Provocatoriamente ha poi chiesto: "Il Metaverso va preso sul serio?"
Prendendo in considerazione la possibilità che la decisione di un giudice potesse essere presa in modo automatico, si privileggerebbe la quantità alla qualità, stimando quindi una soluzione da una quantità di dati in modo più veloce; tuttavia, il lavoro del giudice va al di là dell'applicazione delle leggi, e sfocia nella vera e propria legislazione, ipersemantizzando le informazioni e interpretandole. Ad esempio, il chatbot, come chat GPT, descrive ma non spiega: utilizzando tecniche che non prevedono dati obbiettivi la macchina sarà in difficoltà.
Nonostante questo però il professore conclude che i robot sono molto vicini a diventare da semiautonomi ad autonomi, grazie a reti neurali sempre più avanzate, e allora si apriranno questioni mai affrontate prima.

-"PERSONA E METAVERSO" (prof.ssa Laura Tafaro, associato di diritto privato - UniBa

La professoressa Laura Tafaro ha analizzato invece l'aspetto più "umano" del Metaverso.
Cos'è la persona metaversale? Bisogna innanzitutto dare delle definizioni:
homo = natura
persona = iuris civilis
gli avatar invece sono un accostamento, una unione tra la finzione e la persona. L'avatar cela la persona, quindi cela di fatto tutto il suo retroscena, quindi potrebbe essere lo strumento per la sperimentazione dell'uguaglianza sociale. Essendo personaggio "maschera", l'avatar è ciò che appare, quindi la responsabilità metaversale è basata sull'intreccio tra apparenza e realtà. Il  Metaverso presenta però nuovi pericoli per le persone, un nuovo tipo di vulnerabilità.
Ecco quali sarebbero le principali:
• significativo aumento dei dati personali
• velocità di circolazione dei suddetti
quello che accade nel Metaverso ha ripercussioni reali, quindi il diritto deve accedere al Metaverso.
Le piattaforme digitali ad esempio non verificano l'età degli utenti e i minori a una certa età avrebbero anche la vulnerabilità tecnologica data dalla profilazione dei minori. Un altro problema potrebbe essere la dipendenza, causa scatenante il fenomeno degli hikikomori.
Sempre più anziani accederanno al Metaverso, e la loro tutela dipenderà dalla visione globale della persona. Un qualcosa del genere potrebbe essere un'opportunità per fare cose che nella realtà sarebbero molto difficili, anche e soprattutto per quanto riguarda i diversamente abili e i malati, in quanto gli avatar sarebbero uguali a quelli dei normodotati.
La professoressa infine ha raccontato che dopo l'installazione in Francia del primo parafulmine di Robespierre, i vicini scrissero una sorta di referendum, dove si lamentavano del fatto che fosse uno strumento del diavolo. Robespierre risponde: "le scienze sono il dono più importante del cielo, ma non capisco perché sia così difficile farle attecchire".

- "L'ETICA NEL METAVERSO" (prof. Luca di Donna, ordinario di diritto privato - Università degli studi di Roma "La Sapienza")

È risaputo che la società odierna è "la società delle piattaforme", e secondo il professor Luca di Donna chiede una nuova antropologia. Da un lato assistiamo a una tecnologia in continua evoluzione, dall'altro la necessità di tutelare i diritti fondamentali degli esseri umani, garantendo l'aspetto antropocentrico, in particolare la solidarietà.
Innanzitutto, bisogna creare una sinergia tra la concretezza e "l'utopia". Oltre alla solidarietà ci sono molti altri diritti umani che devono essere tutelati e vengono studiati per poter essere applicati nel Metaverso, in modo da generare un benessere nella persona.
Va considerato anche il tema dell'affetto, perché potrebbe crearsi un rapporto affettivo con le macchine, come scriveva Asimov.
Infine, l'etica si riferisce alla macchina o all'uomo?
Se ragioniamo nel primo caso, è come se riconoscessimo alla macchina diritti e doveri e una personalità giuridica. Un esempio di tema etico è quello della guida autonoma.
È forte quindi la necessità di un codice di condotta che contenga tutti i principi etici, ma indirizzato esclusivamente all'uomo, perché la soggettività è una caratteristica prettamente umana. L'applicazione delle regolamentazioni tradizionali può essere d'ausilio deve fungere da base per il diritto applicato al Metaverso.

- "LA PROPRIETÀ PRIVATA NEL METAVERSO: DAI CRIPTO-ASSET AGLI NFT" (prof. Massimiliano Granieri, associato di diritto privato e comparato - UniBs)

Come spiega poi il professor Massimiliano Granieri, bisogna distinguere le diverse forme di appartenenza del Metaverso: è più corretto dire detenzione che proprietà. C'è però il problema che i creatori del Metaverso vanno nella direzione di sottrarre il suddetto dal diritto.
A questo punto è lecito chiedersi: la proprietà nel metaverso è veramente privata? è un bene reale tradotto in nft? e il proprietario a che titolo detiene tale bene? a chi giova stabilire queste relazioni col diritto?
Prima di questi quesiti però è necessario chiedersi: la creazione di un codice informatico è soggetto a un vincolo di proprietà? Nel caso di un'opera originale materiale potrebbe essere tradotta in codice, quindi se si possiede l'NFT di tale opera vuol dire che si è anche fautori della stessa. Ci sarebbe poi il fenomeno della tokenizzazione di asset fisici: beni fisici resi disponibili virtualmente, ad esempio biglietti dei concerti, dove il proprietario di NFT non è necessariamente detentore del bene, al contrario della cripto-arte.
Se non si tratta di propietà, quindi, di cosa si tratta?
Il detentore dell'NFT può controllarlo e negare ad altri la possibilità di accedervi, quindi appare come un proprietario, ed esiste un "impossessamento". Probabilmente è solo un possesso senza proprietà: il possesso non ha bisogno dello Stato, e la tutela avviene in ogni caso. Questo ricorda un passato in cui il diritto e la statualità non erano collegati. Tuttavia l'ingerenza dello stato prima o poi arriverà.

- "DAL METAVERSO ALLA METACITTÀ" (prof. Derrick de Kerckhove, universitario - Università di Toronto, Ontario, Canada)

L'ultimo intervento, in collegamento video, del professor de Kerckhove, tocca nel profondo sia i tarantini che tutti coloro che hanno la fortuna di avere tracce ancora integre della storia dei nostri antenati: ci saranno città vecchie del Metaverso? Ne esistono già, e ne nascono sempre di nuove.
La realtà del Metaverso potrebbe essere una distruzione della società: la simulazione universale mette in pericolo la nostra cultura umana, perché sarebbe un mondo "privato". La soluzione sarebbe di restituire il Metaverso allo spazio pubblico, combinando la smart city con il concetto di "gemello digitale" della città interamente navigabile ed esplorabile. Quindi una Metacittà sarebbe un servizio pubblico, e dovrebbe stimolare la sensibilità civica (che manca molto), e il senso di appartenenza. L'amministrazione potrebbe testare le funzioni della città e trovare nuove figure professionali e applicarne di vecchie. Bisogna mantenere la forza del rapporto tra reale e virtuale, soprattutto per quanto riguarda il rispetto delle regole della città reale.
Il prof. conclude l'incontro affermando che se sosteniamo la legge classica sosteniamo la società occidentale, e l'individuo non è più la base dell'etica, ma l'intera comunità, con l'aiuto della common law.
Il convegno sul Metaverso è stato decisamente un incontro ricco e variegato sotto ogni punto di vista. Da giovane e da "nativo digitale" quale sono, mi viene spontaneo chiedermi: quando anche la nostra generazione diventerà "boomer", esisteranno già dei "nativi virtuali"?
Il Metaverso è un mondo da esplorare, e come al solito, il tempo darà i suoi frutti.

Valentino Miceli 4^H

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